Avevo paura di un’ipotetica gravidanza, anzi no… ne avevo il terrore!

Sono affetta da artrite reumatoide dall’età di 24 anni, la mia salute discontinua ha inibito il mio desiderio di maternità.

Non mi ritenevo in grado, faticavo a prendermi cura di me stessa, figuriamoci di una creatura…

Poi in un anno soltanto tutto è cambiato.

Ho incontrato un ragazzo meraviglioso che mi ha dato forza e coraggio per affrontare tutto.

Ora ho 39 anni, sono incinta di quasi 7 mesi e sono certa di farcela!

Arriverà Christian!

Spero che questo sia un messaggio di speranza per tutte le donne affette come me da una malattia così invalidante!

Non è facile. Ho tante ansie e tante paure, ma quello che sto vivendo è molto, molto più forte di qualunque altra cosa. Non poniamoci limiti, lo fa già la malattia.

Forza!!!

Sono una mamma di uno splendido bimbo di un anno e mezzo e da pochi mesi mi hanno diagnosticato una connettivite indifferenziata. Ho forti dolori alle articolazioni e stanchezza diffusa, aggravata dai risvegli notturni del mio bambino che ancora allatto. Di per sè è stato un cambiamento forte perché ero una persona sportiva e non avrei mai pensato di ritrovarmi a fare fatica a camminare, ma con mio figlio è ancora più difficile. Lui pesa 12 kg e io delle volte non riesco a fare quanto vorrei: mi chiede di prenderlo in braccio e se non riesco devo dirgli “mamma non ce la fa, papà è più forte”. Ho dovuto anche lottare per continuare l’allattamento perché, nonostante avessi chiaramente espresso questa volontà ai due reumatologi che mi hanno seguita, al momento delle prescrizioni si dimenticavano di controllare se il medicinale fosse pericoloso per il bambino. Uno dei due dottori mi ha chiaramente detto che, a parte il cortisone, nessun farmaco era compatibile con l’allattamento (cosa che poi ho scoperto non essere vera). Ho passato alcune settimane sull’orlo della depressione perché da una parte mi chiedevo “perché a me?” e dall’altra mi dispiaceva per mio figlio, non volevo privarlo del latte, di tutti gli abbracci e le cure e mi dispiaceva che non potesse vedermi come la persona sportiva e attiva che ero. Ora ho capito che, almeno per ora, posso continuare ad allattare e che mio figlio comprende se la mamma è stanca e se non riesce a fare le scale tenendolo in braccio e questo non sarà fonte di turbamento per lui. Mio marito mi ha sostenuta in tutto e molto spesso la notte lascio lui e mio figlio per andare a dormire sola per qualche ora in modo da riposarmi in posizioni che attenuino i miei dolori. Proprio durante il lockdown causato dal Covid-19 mio marito ed io abbiamo trovato una gestione per me ottimale: lui sta con nostro figlio la mattina, in modo che io possa lavorare in smartworking al pc proprio nelle ore per me più difficili dal punto di vista fisico. In questo modo dall’ora di pranzo in poi posso stare con il mio bambino sentendomi già un poco meglio con le articolazioni.
Avremmo voluto avere anche un secondo figlio, ma ho 41 anni e i problemi causati dalla connettivite stanno ulteriormente ritardando questo percorso, vedremo nei prossimi mesi. Sono fiduciosa!

Da 1 anno sono affetta da sindrome da fibromialgia con dolore cronico e depressione bipolare di tipo 2. […] La mia paura più grande è non poter dare un figlio a mio marito, 5 mesi a maggio che ci stiamo provando ma nulla. Io da circa sei mesi faccio una cura x il dolore cronico con antidepressivi, miorilassanti, ansiolitici, perché ho forti attacchi di panico, molti antidolorifici, vitamina D3, ma ho paura che questa cura, data dal neurologo che mi segue e sa di tutto questo, non mi faccia rimanere incinta! Premetto che ci sono patologie molto più gravi della mia, ma vivere con le mie patologie, soprattutto la fibromialgia che mi obbliga a prendere tanti antidolorifici cure x il dolore cronico è molto deprimente e di conseguenza mi sta togliendo ogni speranza ogni sogno, sto rischiando il matrimonio x questa mia fissazione! Mi scuso per lo sfogo e grazie mille per l’ascolto! Buona giornata