Dolore alle articolazioni, rigidità mattutina e profonda stanchezza: sono le limitazioni con cui devono convivere le persone con artrite reumatoide, una forma di artrite infiammatoria cronica autoimmune che coinvolge le articolazioni. Si tratta di sintomi anche molto invalidanti, tanto da compromettere in alcuni casi anche le più semplici attività quotidiane.
L’esordio dell’artrite reumatoide può essere sia acuto sia graduale. La malattia è caratterizzata dal coinvolgimento simmetrico di più articolazioni (che in fase florida si presentano tumefatte, calde e arrossate e sono dolenti) e spesso anche da febbre. Il dolore articolare è il sintomo predominante, e talvolta limita la mobilità. L’inattività invece peggiora un’altra caratteristica della patologia: la rigidità articolare. Tipicamente è più intensa al risveglio e può durare anche alcune o molte ore (in situazioni acute, anche tutto il giorno).
Le prime articolazioni a essere colpite sono quelle di piedi, polsi e mani, nel tempo le deformazioni appaiono più evidenti, tipiche per esempio sono le dita “a colpo di vento”, “ad asola”, “a collo di cigno”; la mano “a gobba di dromedario”, o “di cammello”; il piede assume un aspetto più “triangolare”, con “dita a martello”. Altre articolazioni che possono essere coinvolte nell’artrite reumatoide sono quelle dei gomiti, delle spalle, delle anche, delle ginocchia, delle caviglie e le articolazioni temporo-mandibolari. Il dolore non colpisce solo questi distretti, ma anche spalle, inguine e da lì può estendersi a ginocchio e glutei. In pochi anni l’articolazione dell’anca si anchilosa. L’articolazione C1-C2 della colonna vertebrale, solo in casi molto rari, può essere interessata dalla patologia con conseguente rischio di paralisi. Possono venire coinvolti i muscoli, è tipica infatti una riduzione del loro volume e della loro forza, ma anche cuore, polmoni, reni e apparato gastrointestinale.
È evidentemente un quadro molto complesso, ma oggi molto si può fare per migliorare considerevolmente le condizioni e la qualità di vita dei pazienti. La diagnosi precoce è la migliore arma e la conoscenza lo strumento migliore per affilarla. Rimangono centrali il ruolo del medico e il dialogo tra specialista e paziente per permettere di impostare la cura più adatta.
Se hai una malattia reumatologica e desideri diventare mamma, pianificare la gravidanza è la scelta migliore, che ti consentirà di affrontare questo momento con serenità, favorendo la nascita di un bambino sano. Parlane con il tuo medico.
In Italia si stimano oltre 400 mila* casi e le donne sono più colpite degli uomini, con un rapporto di 4:1**
*Fonte: dati ISTAT, 2001
** Fonte: Sito Apmarr, sezione “Focus sulle patologie”, Artrite Reumatoide. Disponibile al link:
https://www.apmarr.it/conoscenza/focus-sulle-patologie/item/artrite-reumatoide (Ultimo accesso: 04/2020).
Se l’artrite reumatoide non è adeguatamente trattata, entro 10 anni dall’inizio dei sintomi la metà dei pazienti non è più in grado di svolgere un lavoro a tempo pieno
A fine anni ’90 chi soffriva di artrite reumatoide aveva un’aspettativa di vita di dieci anni in meno rispetto alla popolazione generale. Oggi questa differenza, in molti casi, si è quasi azzerata